Palòn de la Val de Domaria (1771 m)

Elevazione massima della Sponda de la Val de Domaria.

Lo scritto qui sopra è di Egidio Feruglio, pubblicato nel 1922 dalla rivista IN ALTO organo della Società Alpina Friulana. Ora tutto l'archivio de IN ALTO si trova in rete a questo indirizzo.

Feruglio percorse i monti di Claut con una cartina al 50.000 e chiedeva informazioni alla gente che trovava per i monti. Nel caso della descrizione qui sopra, gli fu fornita da un epicorio che si offerse come guida per condurli sul Cornaget dalla Forcella Pregoane per il Bus de Nefe, valico che oggi è noto come Forcella della Meda. Gli oronimi citati nel resoconto sono quindi di prima mano, sebbene risentano di un certo afflato di vetustà; i termini Turlo e Turlòn erano spesi in modo diffuso per indicare ogni elevazione di forma turrita; il termine prettamente alpino Palòn, che è l'accrescitivo di pala (es. Pale del Bressa, Pala d'Altei) si riferisce a pendii ripidissimi. Da notare, inoltre, che tutte le quote citate non corrispondono alle attuali. Feruglio non comprende appieno la descrizione del suo accompagnatore e fa confusione nell'individuare il Turlòn de la Gravussa che descrive aggettante sulla Forcella Pregoane: quella è la Thima Bortoluth; la Thima de la Gravutha è un po' più in giù e lui la nomina Turlo del Ciol de la Gravussa, definendolo una avancima. Ciò che mi ha incuriosito nella descrizione di Feruglio è la Val de Domaria di cui non si trova traccia nelle mappe. Così ho interpellato due clautani: Sandrone Tatac e Paolo Tonaro.

Tatac mi riferisce che di quella valle ne ha sentito parlare con una dizione leggermente diversa: Giomaria. Mi dice, inoltre, che la valle in questione sbocca sulla strada della Val Settimana a monte del Pont da la Stua (ultimo ponte sul torrente Settimana prima del pianoro della Pussa).

Tonaro mi offre uteriori notizie e mi parla di una mitica Sponda de la Val de Domaria che è un costone che delimita la Val de Domaria costituendone l'orlo orientale: tutto ciò che è ad occidente della Sponda fino al torrente che scende dal Ciadinut è Val de Domaria.

Con la cartina qui sopra cerco di dare corpo alle parole: la Sponda de la Val de Domaria è il crinale segnato con la riga viola; evidenziata in giallo la Val de Domaria. Nella Sponda il cartografo ha posizionato l'oronimo COL DE LA MEDA che è assolutamente fuori posto dato che lì siamo in Val de Domaria e non in Val della Meda. L'unico oronimo sulla dorsale detta Sponda è quello che ci viene dal passato, dalla relazione di Feruglio: quel torrione chiamato il Palon de la Val de Domaria che il sentiero che si abbassa verso la Val Senons (376) quasi ne rasenta le falde. Questa elevazione è la quota 1771 m, la più elevata della Sponda.

La Sponda con la parte alta della Val de Domaria, si vedono bene dal Pont del Ciol de Pes, dove c'è la partenza della via più breve per il Bivacco Pramaggiore (a sinistra spunta il M. Chiarescons).

Da questa immagine, presa da Thima Gravutha, si vede illuminata dal sole, la parte alta della Sponda con in evidenza la cima più alta dello stesso e cioè il Palòn de la Val de Domaria. Si noti, facendo riferimento alla cartina soprastante, che una lingua di bosco sale ad una sella quotata 1644 m che è in ombra; sempre in ombra, un po' a sinistra si vede bene il sentiero 375A che valica la Forcella del Ciadinut. Tonaro mi racconta che i pastori conducevano le capre sulla sella 1644 m e spingevano gli animali su per il Palòn de Val de Domaria.

I primi metri della cresta del Palòn de la Val de Domaria sono caratterizzati da un ripido passaggio obbligato tra pareti aggettanti ed è questo passo che i pastori ostruivano con rami e cespugli, dopo il transito delle capre, per tenerle segregate in Val de Domaria per tutta la stagione estiva. Nella foto si vede bene un ramo tagliato del larice che presidia il passaggio, antico segno di frequentazione.

Questo è il ricovero sotto roccia del Tàmer delle Pregoane che il sentiero 376 attraversa; è probabile che da questo pascolo i pastori conducevano le capre in Val de Domaria.

Il Palòn de la Val de Domaria dal Tàmer delle Pregoane; al centro abete colpito da bostrico.

In cima al Palòn de la Val de Domaria verso il M. Chiarescons. L'ometto è una mia realizzazione come anche quello che si nota sulla dirimpettaia Thima della Gravutha.

Dal Palòn le quote 1633 m e 1654 m erroneamente nominate Col de la Meda. In secondo piano il M. Pramaggiore con una nuvoletta.

Panorama dal Palòn de la Val de Domaria su Thimòn delle Tempie e Thima Settimana; si noti, in basso, il sentiero 375A che attraversa il Ciadinut.

Ringrazio di cuore Sandrone e Paolo; un ringraziamento particolare a Rico Giro che ha condiviso con me la prima, fallimentare, esplorazione relativa a questa ricerca e non ha potuto esserci quando ho agguantato il successo che, ad ogni modo, è anche suo.